Guida ad una riflessione sull'Evangelo di Giovanni

Capitolo 2

di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org

Questa guida richiede una copia di Capitolo 2 dell'Evangelo di Giovanni.

Prima di cominciare, prega Dio affinché lo Spirito Santo ci sia di aiuto nella lettura e nello studio della Sua parola.

Riassunto di Giovanni 1

Nelle lezioni precedenti abbiamo imparato che che Gesù è Dio, il Creatore di tutto quello che esiste, perciò, tutto appartiene a Lui. Anche noi siamo le Sue creature, e perciò Egli è il nostro Sovrano e il nostro Giudice.

Gesù è venuto nel SUO mondo ma non è stato ricevuto, cioè, le persone non Lo hanno accolto come il Sovrano Dio. Anche oggi, Gesù non viene ricevuto dalla grande maggioranza delle persone.

Però, a chiunque riceve Gesù come Dio, Re e Salvatore della propria vita, Gesù dà il diritto di diventare un figlio di Dio. Questa persona nasce spiritualmente da Dio.

Inoltre abbiamo visto che Gesù è “L’Agnello di Dio”, perché Gesù è morto per pagare la condanna per il peccato. Chi riceve Gesù viene perdonato gratuitamente, grazie al sacrificio di Gesù.

Gesù ha chiamato degli uomini a seguirLo ed ognuno di essi doveva o ubbidirGli e seguirLo, o rifiutarLo. Anche oggi, chi vuole diventare un figlio di Dio deve riconoscere chi è Gesù, e deve riceverLo come Dio, Signore e Salvatore.

Il miracolo a Cana

Leggi Giovanni 2:1-12 almeno due volte, e poi consideriamo il suo significato.

I versetti 1-11 parlano del primo miracolo che Gesù fece. Osserviamo attentamente i dettagli di questo miracolo, per capire il motivo per cui Gesù lo compì.

Per capire la grandezza di questo miracolo, notiamo un dettaglio pratico. I recipienti di pietra descritti in questo brano potevano contenere da 80 a 120 litri ciascuno, perciò in tutto Gesù ha trasformato da 400 a 600 litri di acqua in vino. Era un miracolo notevole.

v.1 Questo capitolo comincia con le parole “tre giorni dopo”.

Tre giorni dopo che cosa? Erano tre giorni dopo gli avvenimenti descritti in Giovanni 1:43- 51. Quali erano?

Gesù aveva appena scelto i suoi primi discepoli: Andrea, Simon Pietro, Filippo, Natanaele, Giovanni, e probabilmente Giacomo, il fratello di Giovanni. Aveva chiamato loro a seguirlo, ed essi hanno scelto di lasciare casa, lavoro e famiglia per seguirlo. Da Betsaida, da dove essi provengono, Gesù li porta con sé fino a Cana, a circa trenta chilometri. Leggiamo attentamente il brano per notare ciò che Gesù compie in questa occasione, all’inizio del suo tempo con i suoi discepoli, e notiamo lo scopo per cui lo fa.

vv.2-11 Qui assistiamo al miracolo col quale Gesù trasformò l’acqua in vino.

Per quanto riguarda la natura e la creazione, che cosa abbiamo imparato di Gesù in Giovanni 1:3?

Così, per Lui che aveva __________________ tutte le cose, era molto semplice trasformare l’acqua in vino. Ma, quello che è importante capire è lo scopo per cui Gesù fece questo miracolo. Troviamo la risposta nel v.11. Gesù, attraverso questo primo dei suoi innumerevoli miracoli, manifestò la sua gloria, e così i suoi discepoli credettero in Lui.

Infatti, rileggendo i vv.2-10, osserviamo che Gesù compì questo miracolo in maniera tale che il maestro della festa, e probabilmente anche gli altri ospiti, non si accorsero di quello che era successo. Quindi, ha fatto questo miracolo specificamente per mostrare la sua gloria, ovvero, la sua divinità, ai suoi discepoli. Più approfondiamo la nostra conoscenza di Gesù, più riconosciamo il chiaro scopo dei suoi miracoli.

Perciò in base a ciò che abbiamo letto nel v.11, qual era lo scopo di Gesù nel fare questo miracolo?

Hai visto che lo scopo era quello di manifestare la sua gloria, affinché i suoi discepoli credessero in Lui? E così accadde. Iniziarono a credere che Egli è il sovrano Dio. Ancora oggi Gesù vuole che ogni persona creda in Lui, nel senso vero, nel senso di riceverLo come Signore, Creatore e Dio.

Per fondare una vera fede, occorre avere una base. I primi discepoli potevano assistere in prima persona all’insegnamento e ai miracoli di Gesù, e così, avevano la base necessaria per avere una forte fede. E noi, che non possiamo vedere Gesù direttamente, come possiamo avere la fede? Cristo ha provveduto anche per noi, dandoci la Parola di Dio affinché anche noi possiamo ascoltare il suo insegnamento e contemplare i suoi miracoli. Perciò, nella Parola di Dio, anche noi abbiamo una solida base per poter avere una forte fede. Questo è uno degli scopi principali per cui Dio ci ha dato la Bibbia: per aiutarci a riconoscere che Gesù è Dio, affinché possiamo avere vera fede in Lui, in modo da poterLo poi ricevere nella nostra vita come il nostro Dio e Signore.

Ricordiamo il motivo per cui Giovanni scrisse questo evangelo, che egli stesso spiega in Giovanni 20:31:

Ma queste cose sono state scritte affinché voi crediate che Gesù è il Cristo il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.” (Giovanni 20:31)

Giovanni afferma di aver scritto questo evangelo affinché anche tu creda che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché credendo tu abbia vita nel suo nome.

È interessante notare che la parola “miracolo” usata nel nostro brano è la traduzione da una parola Greca (lingua in cui fu scritto il Nuovo Testamento) che significa “segno” o “indicazione”. Infatti, i miracoli di Gesù servirono come segni che indicavano l’identità di Gesù, la sua potenza e la sua divinità. Ciò è confermato dal v.11 in cui è scritto che Gesù manifestò la sua gloria tramite questo segno.

In che modo questo segno, ovvero questo miracolo, manifesta la gloria di Gesù?

Solo Dio ha vera gloria. Perciò, ogni volta che Gesù mostra la sua gloria, Egli sta mostrando la sua identità quale Dio.

Cosa dichiara Giovanni riguardo la gloria di Gesù in Giovanni 1:14? Da chi è stata contemplata?

Allora, questo miracolo in Cana fu l’inizio della rivelazione di Gesù ai suoi discepoli.

Il rapporto fra Maria e Gesù Cristo

Questo brano ci aiuta a capire correttamente il rapporto fra Gesù e Maria, che era sua madre a livello umano. Ricordiamo alcuni fatti importanti che ci aiuteranno a capire questo brano. Abbiamo visto in Giovanni 1 che Gesù è Dio, e che già esisteva nel principio. Come Dio, Gesù non ha madre. Poi, ad un certo punto nella storia, Gesù è diventato uomo. A quel punto, nascendo come uomo, Gesù ebbe una madre per quanto riguarda la sua umanità. Perciò, Maria era madre soltanto dell’aspetto umano di Gesù, non dell’aspetto divino. In quanto Dio, Gesù non ha madre, perché Egli è eterno.

Allora, per quanto riguarda questo brano, notiamo che Maria era presente a questo matrimonio. Visto che lei ha dato ordine ai servi, sembra che lei abbia avuto un ruolo di responsabilità. Forse era amica degli sposi. Questo potrebbe spiegare anche perché Gesù è stato invitato, insieme con i Suoi discepoli.

Leggi vv. 3-5. Maria parla a Gesù come una madre al proprio figlio. Aveva sempre visto Gesù così. Come tante altre volte, diceva: “Figlio, ho tale bisogno. Fai qualcosa. Te lo chiedo come mamma.”.

Leggi la risposta di Gesù nel versetto 4.

Come ha risposto Gesù?

In effetti, Gesù ha ripreso Maria. Ha fatto capire a lei che non doveva più trattarLo come suo figlio, ma come il suo Signore.

Dobbiamo capire che fino a questo punto nella sua vita sulla terra, Gesù aveva sempre agito come uomo. Aveva tenuto nascosto il fatto di essere Dio. Nel suo ruolo da uomo, Gesù era sempre stato sottomesso ai suoi genitori. Leggiamo questo in Luca 2:51.

Ora, invece, Gesù inizia a rivelarsi al mondo come il Cristo, Dio incarnato. Da questo punto in poi, non agiva più come semplice uomo. Perciò, i suoi rapporti con la sua famiglia terrena dovevano essere diversi da prima. Dove prima Gesù agiva come un figlio di Maria, da questo giorno, si mostrava come il Signore e Creatore di Maria.

Essendo il Cristo, il compito di Gesù era tutto stabilito prima che Egli diventasse uomo. Anche se Maria Lo aveva partorito nella sua forma di uomo, lei non aveva nessun diritto o merito speciale nei confronti del Cristo. Perciò, Gesù l’ha ripresa, quando lei, nel suo ruolo di madre, cercò di ottenere un favore speciale. Gesù doveva farle capire che non aveva più alcun privilegio con Lui, ora che si era rivelato come il Cristo.

La frase che Gesù dice: “donna, che c’è fra me e te!” era un modo molto diretto di parlare. Gesù doveva parlare così, per aiutare Maria a capire che le cose erano diverse da prima.

Sappiamo dal v.11 che questo era il prima miracolo di Gesù. Perciò, è ovvio che Maria non avrebbe potuto immaginare che Gesù avrebbe fatto un miracolo.

Maria, avendo capito che non aveva più alcun diritto di chiedere a Gesù alcuna cosa, e che Gesù avrebbe fatto quello che voleva lui, ha spiegato ai servi in che modo comportarsi con Gesù. Queste sono le ultime parole di Maria in tutta la Bibbia.

Quali sono queste importantissime parole? (leggi v.5)

Maria non cercava attenzione per se stessa, desiderava semplicemente ubbidire a Gesù. Anche se era sua madre, per quanto riguarda la sua umanità, non aveva nessun diritto speciale per quanto riguarda Gesù come il Cristo. Egli era il suo Dio e Creatore, quanto è il nostro. È saggia la persona che ascolta e ubbidisce alle ultime parole di Maria qui citate.

La Purificazione del Tempio di Gerusalemme, vv.13-22

Prima di leggere il prossimo brano, una parola di spiegazione. Al tempo di Mosè, quando Dio liberò Israele dalla schiavitù in Egitto, Dio aveva stabilito la festa della Pasqua. Quell'ultima notte in Egitto, seguendo l’ordine di Dio, gli Ebrei avevano cosparso gli stipiti delle loro case con il sangue di agnelli. L’Angelo di Dio venne e entrò in ogni casa in Egitto, uccidendo il primogenito di ogni famiglia. Però, l’Angelo passava sopra ogni casa che aveva il sangue sugli stipiti. La parola “pasqua”, infatti, vuole dire “passare sopra”. L’agnello che era stato ucciso per ogni casa aveva simbolicamente subito la pena di morte al posto del primogenito di quella famiglia.

Dio aveva stabilito la festa della Pasqua, già dal tempo di Mosè, per mostrare la necessità del vero Agnello di Dio che doveva pagare la condanna del peccato. Perciò la Pasqua rappresentava la morte del Cristo, Gesù. Come abbiamo già visto in Giovanni 1, Gesù è il vero Agnello di Dio che provvede la salvezza per chiunque Lo riceve.

Nei tempi della Bibbia, quando ancora esisteva il Tempio, ogni anno alla festa della Pasqua, ogni capofamiglia doveva andare a Gerusalemme e offrire un sacrificio di un animale per la sua famiglia, e dare un offerta per il mantenimento del Tempio. L’offerta doveva essere in forma di moneta Giudaica, che però non circolava, essendo Israele sotto il dominio di Roma. Perciò, le persone dovevano cambiare le monete romane che usavano tutti i giorni con le monete giudaiche, che erano usate solamente nel Tempio.

Al tempo di Gesù, il sistema religioso era ormai molto corrotto. I cambiavalute chiedevano un cambio molto alto, e dividevano il guadagno con i sacerdoti. Inoltre, i sacerdoti rifiutavano tanti degli animali portati da lontano, costringendo così i pellegrini a comprare, a caro prezzo, animali dai venditori nel Tempio. I prezzi chiesti erano esagerati, e i mercanti condividevano il guadagno illecito con i sacerdoti del Tempio.

Tenendo in mente questi fatti, leggiamo i vv.13-22

vv.14-16 Gesù, come gli altri Ebrei, va a Gerusalemme per celebrare questa festa stabilita da Dio.

Cosa fa quando entra nel tempio?

v.17 Vedendo l’ira di Gesù contro l’empietà nel tempio, i suoi discepoli si ricordarono la profezia nei Salmi che dice: “Lo zelo della tua casa mi ha divorato”

Questa profezia si riferiva allo zelo che Gesù aveva per il Tempio di Dio, suo Padre. Infatti, Gesù, scacciando i mercanti dal Tempio, mostrò che quel Salmo, che era stato scritto da Davide 1000 anni prima, si riferiva a Lui. Dalle sue azioni i suoi discepoli iniziarono a capire che questo era il Messia di Dio, quello che avrebbe portato la salvezza.

vv.18,19 I Giudei, che non accettavano Gesù come Messia, cioè come Dio, non potevano neppure accettare queste azioni. Gli chiesero di mostrare un segno. In altre parole, gli chiesero con quale diritto e autorità aveva fatto una cosa di quel genere.

In realtà, il fatto stesso che Gesù avesse purificato il Tempio era già un segno che Lui era il Messia di cui parlavano tantissime profezie dell’AT. Questo zelo era profetizzato in Salmo 69:9 e anche in Malachia 3:1-3 Leggiamo questi due brani:

Poiché lo zelo della tua casa mi ha divorato, e gli oltraggi di chi ti oltraggia sono caduti su di me.” (Salmo 69:9 LND)
1 "Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a me. E subito il Signore, che voi cercate, entrerà nel suo tempio, l’angelo del patto in cui prendete piacere, ecco, verrà," dice l’Eterno degli eserciti. 2 "Ma chi potrà sostenere il giorno della sua venuta? Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà? Egli è come un fuoco d’affinatore, come la soda dei lavandai. 3 Egli siederà come chi affina e purifica l’argento; purificherà i figli di Levi e li affinerà come oro e argento, perché possano offrire all’Eterno un’oblazione con giustizia.” (Malachia 3:1-3 LND)

Quindi, i capi dei Giudei, che conoscevano molto bene le Scritture, avrebbero potuto riconoscere che Gesù era il Messia. Ma non volevano.

Inoltre, i capi religiosi avrebbero dovuto ringraziare Gesù per aver purificato il Tempio, visto che Egli aveva cacciato via coloro che avevano fatto del Tempio una casa di mercato. Invece, essendo i capi religiosi stessi corrotti, Lo hanno sfidato a spiegare con quale autorità aveva agito.

Quindi, i Giudei non avrebbero dovuto chiedere a Gesù un segno. La loro richiesta in sé dimostra che non avevano accettato Dio nel loro cuore, pur essendo molto religiosi. Il fatto che uno è molto religioso non vuol dire che veramente segue Dio.

Quale risposta ha dato loro Gesù nei vv.19-22?

Di cosa si tratta? Gesù parlava della sua morte e risurrezione. Ciò rappresentava un’ulteriore prova della sua divinità per i suoi discepoli. A quel tempo essi non ne capivano il significato, ma dopo che Gesù fu crocifisso e risorto, ricordarono quello che aveva detto e credettero alla Scrittura e alla parola che Egli aveva detto.

Notiamo che Gesù sta parlando della sua morte e risurrezione già all’inizio del suo ministero. Gesù era venuto per uno scopo ben chiaro: morire per i peccati del mondo. Egli conosceva chiaramente la ragione della sua venuta. Perciò, già dall’inizio, cominciava a insegnare ai suoi discepoli della necessità della sua morte per rafforzare la loro fede. Tramite la Bibbia, dà anche a noi una base sulla quale credere veramente in Lui.

vv.23-25 Il versetto 23 fa riferimento ai miracoli che Gesù fece a Gerusalemme. Non abbiamo un elenco di questi, ma, possiamo immaginare che fossero simili agli altri che faceva. La cosa importante da notare qui è che molti “credettero nel suo nome vedendo i segni che faceva” Poi dice: “ma Gesù non si fidava di loro, perché li conosceva tutti”.

Gesù conosce il cuore dell’uomo. Tanti hanno creduto in seguito ai miracoli. Però, la loro non era la fede vera. Non avevano veramente ricevuto Gesù come Dio e Salvatore, e perciò, non sono diventati figli di Dio.

La fede vera è molto più che solo credere intellettualmente. Coinvolge tutta la persona. Vuol dire ricevere Gesù come il tuo Dio e Sovrano e Salvatore!

In Giovanni 6:24-29, puoi leggere di un altro caso in cui alcune persone, avendo visto un miracolo, credevano in Gesù nel modo sbagliato, senza avere la fede che porta alla salvezza. Parleremo di quell’avvenimento in un’altra lezione.

Riassunto di Giovanni 2

In questo capitolo, abbiamo visto che Gesù compiva i suoi miracoli per uno scopo ben chiaro: affinché i suoi discepoli, vedendo la sua gloria, credessero in Lui. Infatti, la parola usata per miracolo è la parola che vuol dire segno, cioè, indicazione. Questi miracoli servono anche a noi per aiutarci a vedere la gloria di Gesù.

Inoltre abbiamo visto che già dall’inizio del suo ministero, Gesù parlava della Sua morte e della Sua risurrezione, sempre al fine di aumentare la fede dei Suoi discepoli. Leggendo e contemplando queste cose, possiamo anche noi avere vera fede in Gesù.

Infine abbiamo visto che tanta gente “credeva” in Gesù in seguito ai suoi miracoli, ma Gesù non si fidava di loro, perché conosceva i loro cuori. La loro non era una fede vera in Lui, cioè, non ricevevano Gesù come Dio e Salvatore. Una tale fede non salva.

Come si applicano queste cose a te?

Ora che abbiamo studiato questi due capitoli dell’Evangelo di Giovanni, qual è lo stato della tua fede? Tante persone oggi credono in Gesù in senso generale, come credono in qualsiasi altro personaggio storico. Possono anche credere che ha fatto tanti miracoli. Credono che Gesù è Figlio di Dio, credono che Gesù morì e risuscitò. Ma non si rendono conto di essere veramente colpevoli e condannati a causa dei loro peccati. Perciò, non riconoscono di avere bisogno di Gesù come il loro Salvatore. Non vogliono Gesù come il loro Sovrano Dio. Perciò, pur credendo in Lui intellettualmente, non Lo ricevono come Signore e Salvatore personale. Una tale fede non salva.

La domanda più importante è: Chi è Gesù per te? Riconosci che sei colpevole nei suoi confronti, per non aver vissuto sotto la sua guida e controllo giorno per giorno? Riconosci che sei sotto il suo giudizio? Riconosci di aver bisogno di Lui come il Cristo, che morì per i tuoi peccati, e come il Dio che regna nella tua vita? Credi in Gesù così, nel senso di riceverLo nella tua vita, per chi è veramente?

Chi è Gesù per te?

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Marco deFelice
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